Il Superbonus potrebbe cambiare dal 2023. Lo dichiara il nuovo Governo, anche se si deve attendere la Legge bilancio per la conferma
Il Superbonus 110% ha consentito a migliaia di condomini di efficientare energeticamente il palazzo, e le varie unità immobiliari, praticamente a costo zero. Il meccanismo sembra difficile ma in realtà è semplice. Lo Stato si impegna a rimborsare il 110% della cifra spesa nell’arco di 10 anni, sotto forma di detrazione fiscale. I condomini che non hanno capitale da anticipare, attuano la cosiddetta cessione del credito alle ditte autorizzate che svolgono i lavori, o agli istituti di credito. Il problema è sorto quando sono state sospese le cessioni del credito, per cui molte ditte hanno rischiato il fallimento.
Fortunatamente la questione si è sbloccata, e per i condomini che hanno già avviato i lavori, essi sono ripresi come da programma. Tuttavia il Superbonus 110%, che doveva rimanere in piedi per altri anni, molto probabilmente cambierà faccia alla fine dell’anno. Il che non significa che non sarà rinnovato, ma solo in misura ridotta.
Superbonus, dal 110% al 90%
Soprattutto per le unifamiliari, che l’attuale governo ha introdotto all’interno delle facilitazioni Superbonus. Il problema è stato che dopo pochi mesi dal debutto del Superbonus l’impegno in termini di spesa pubblica era stato già ampiamente superato dalle richieste. Di conseguenza è probabile che nel 2023 il Superbonus verrà riconfermato, ma nella percentuale del 90% anziché 110%.
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E si dovrà attendere la prossima legge Bilancio per averne conferma. Per il momento, attenendosi a quella dell’anno in corso, nel 2023 potranno usufruire del bonus 110%:
- condomini ed edifici plurifamiliari, con un’aliquota pari al 110% per tutto il 2023, che scende al 70% nel 2024 per arrivare al 65% nel 2025;
- case popolari e cooperative, che potranno richiedere l’agevolazione nella misura del 110% a patto che il 60% dei lavori sia completato entro il 30 giugno 2023;
- case colpite da eventi sismici, per le quali l’aliquota del 110% è valida fino al 31 dicembre 2025.
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Ovviamente per continuare ad usufruire dell’agevolazione si deve dimostrare che l’avanzamento dei lavori risponde ai requisiti richiesti, alle percentuali richieste nei tempi stabiliti dalla legge, e che tutta la documentazione tecnica sia adeguata. In caso contrario potrebbe essere revocato il beneficio pubblico.