Mondo lavoro, disparità fra Nord e Sud. Penalizzati i giovani e le donne. Il Mezzogiorno ancora fortemente in crisi. I dettagli.
Giovani e lavoro: se ne parla da anni. Binomio davvero molto complesso. Tematica difficile da affrontare. Ancor di più se parliamo di Nord e Sud, dove sono ancora abbastanza evidenti le differenze. A questo dobbiamo aggiungere anche le difficoltà che incontrano le donne. Ma andiamo per gradi.
Secondo quanto dalla punta indagine sulla Qualità del lavoro che è stata realizzata dall’INAPP è emerso che ci sono molteplici differenze tra le aziende i lavoratori che lavorano al centro e al Nord. Purtroppo adesso è ancora molto indietro e il mezzogiorno nello specifico per quanto riguarda i giovani e le donne.
Lavoro, differenza qualitativa tra Nord e Sud. Giovani penalizzati
Tenendo presente quanto stabilito da questa indagine è venuto fuori che il nostro Paese si trova più o meno in una sorta di via di mezzo tra i paesi scandinavi i paesi dell’est Europa. Questi ultimi, infatti, sono in fondo alla classifica specialmente per quanto riguarda l’ambiente lavorativo.
Andiamo adesso con i dati alla mano e vediamo che il 24% dei lavoratori si sente insicuro al proprio posto di lavoro: ossia di me possono esserci dei rischi per la propria salute. In modo particolare abbiamo un 28% nel Mezzogiorno nel settore pubblico. Altro dato considerevole è il 37% dei lavoratori che non ha alcun tipo di flessibilità.
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Questa percentuale sale al 42% se si tratta di donne. Uno dei dati più preoccupanti però vede che i giovani tra i 18 e i 34 anni temono non poter fare un salto di qualità e quindi di venirsi a trovare in quello che si chiama immobilismo della carriera professionale. Il 71% invece lamenta di svolgere attività ripetitive.
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Per far si che la qualità del lavoro possa aumentare è necessario investire sulle risorse umane e quindi sulla gestione delle stesse. Occorre puntare sull’innovazione, discutendo dei cambiamenti organizzativi e arrivare all’interno delle aziende ad una maggiore stabilità lavorativa.