È successo in Sicila. Durante un’assemblea scolastica autorizzata per parlare della legalizzazione della cannabis, la Polizia ha fatto irruzione
Il tema della legalizzazione della cannabis a quanto pare continua ad essere oggetto di disputa. Anche solo la discussione sull’argomento può diventare oggetto di crimine, al di fuori del consumo effettivo. Un fatto piuttosto grave è accaduto ieri a Piazza Armerina, in Sicilia, nell’istituto Majorana – Cascino. La dirigente scolastica, che non era presente all’incontro autorizzato, il cui scopo era di illustrare il tema, non di fare apologia di reato, commenta l’accaduto manifestando forte preoccupazione.
“L’assemblea congiunta – racconta la dirigente scolastica dell’Istituto Lidia di Gangi– è stata richiesta dai rappresentanti di classe sulla base di programmazione con la consulta provinciale e ha visto la partecipazione, attraverso piattaforme meet, degli alunni collegati dalle singole classi e del rappresentante dell’associazione ‘Meglio Legale’, Pierluigi Gagliardi, che ha presentato agli studenti un quadro normativo chiarendo subito che l’obiettivo dell’associazione è quello di argomentare tesi circa l’auspicato utilizzo legale della cannabis per contrastare i fenomeni di criminalità connessi con lo spaccio clandestino“.
Questo fatto è molto grave. Se dei temi non si può più parlare si entra nel pericoloso e spinoso campo della censura preventiva. Chi abbia autorizzato i controlli della Polizia, durante un’assemblea autorizzata con l’avallo della consulta provinciale, non si sa. In ogni caso i poliziotti non si sono limitati ad entrare, ma hanno identificato i rappresentanti d’istituto, procedura che viene attuata quando c’è il sospetto di irregolarità. Essere segnalati non è un fatto positivo.
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Marco Greco, coordinatore nazionale della Federazione degli studenti, ha dichiarato: “I fatti avvenuti ieri a Piazza Armerina, nel corso di un’assemblea di studenti del Majorana-Cascino ci preoccupano fortemente. E’ un atto che in assenza di diversa motivazione rischia di risultare politicamente inaccettabile. Gli agenti, infatti, per ragioni a noi ignote, hanno proceduto a identificare dei ragazzi che, per quanto appena maggiorenni, rivestono un pubblico incarico elettivo nell’autogoverno dell’istituzione scolastica e che stavano esercitando la propria funzione nei modi e nei termini stabiliti dalla legge, per di più irrompendo in una scuola, alla presenza di decine di studenti. Un intervento del genere, a prescindere dal tema trattato, è, a mio avviso, in forte contrasto con il diritto di assemblea e col diritto alla libera espressione del pensiero sanciti dalla nostra Costituzione“.
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