Le retribuzioni segna dignità per molti lavoratori, ecco il lavoro povero per milioni di occupati giovani ma non solo
La situazione economica italiana è tutt’altro che rosea. Forte tasso di disoccupazione, elevata inflazione, scarsa produttività e retribuzioni basse sono alcune delle caratteristiche del sistema economico del Paese. Non ultima la crisi senza ritorno del welfare state con servizi sempre più costosi e che non rispondono ai bisogni sociali della popolazione né garantiscono a sufficienza i gruppi più fragili.
In Italia purtroppo è largamente esteso il fenomeno dei working poor, cioè dei lavoratori a basso reddito sotto la soglia di povertà. I working poor italiani sono ormai quasi il 12 per cento dell’intera forza lavoro tra i 18 e i 64 anni. Il lavoro, in questi casi, è retribuito talmente poco da non bastare per un livello di vita dignitoso.
Secondo l’Ocse tra il 1991 e il 2021 gli stipendi medi in Francia e Germania sono cresciuti del 33%, in Italia solo dello 0,3%. La situazione viene riconosciuta anche dall’Ufficio bilancio del Parlamento attuale che sottolinea come l’inflazione sarà coperta solo parzialmente dalla dinamica salariale con una consistente perdita di potere d’acquisto. Dati preoccupanti che vengono confermati dall’Osservatorio dell’Inps che descrive una situazione di estrema precarietà per il lavoro giovanile e delle retribuzioni da fame.
Nel 2021 dipendenti e autonomi fino a 24 anni hanno guadagnato 11.875 euro i ragazzi e ancora meno, 7.948 euro, per le ragazze: in media 9.911 all’anno. La soglia di povertà per l’Istat è di circa 10.200 eruo. Ma la realtà si mostra con il lavoro intermittente o a chiamata con una media di 2mila euro totali nel 2021 a singolo lavoratore, per i giovani fino ai 29 anni.
Gli stagionali di ogni età hanno avuto in media 6.400 nel settore della ristorazione e del turismo che resta uno dei meno pagati anche con contratti a tempo indeterminato. Nel settore dello spettacolo (dagli attori ai tecnici di scena), i dati Inps riportano per gli under 29 meno di 3000 euro nel 2021 per il lavoro stagionale. Ma la situazione non migliora per gli autonomi, in special modo per gli iscritti alla gestione separata Inps, siano collaboratori o partite iva.
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Si tratta di veri e propri working poor, senza tutele e diritti con retribuzioni da fame. La fascia fino ai 29 anni guadagna una media di 11450 euro all’anno, con retribuzioni per tutti i lavoratori di ogni età che supera di poco i 15mila. E la situazione nei settori del lavoro intellettuale di informazione e comunicazione è anche peggiore se possibile.
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Qualcosa di simile per giovani iscritti agli albi professionali (avvocati, ingegneri e architetti per esempio) con dichiarazioni per gli under 34 non oltre i 16mila euro all’anno. L’Italia non è un paese per giovani, ma neache per vecchi.
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