Quali sono le preferenze degli studenti italiani riguardanti le iscrizioni al prossimo anno scolastico, il caso del liceo classico
Proprio in questi giorni si sono concluse le iscrizioni alle scuole superiori per il prossimo anno scolastico 2023/24. Una decisione importante e molto sentita dagli studenti e dalle loro famiglie che si confrontano con una scelta che influenzerà una lunga porzione della loro vita. Non casualmente l’orientamento e il supporto nella scelta delle superiori è decisivo negli istituti secondari di primo grado.
Una scelta non decisiva, in cui la possibilità di cambiare indirizzo non è da escludere, ma che comunque mantiene un’importanza centrale non solo dal punto di vista didattico e formativo, ma anche da quello psicologico ed emotivo per gli studenti, in una fase molto delicata della loro adolescenza.
Il ministero dell’Istruzione e del Merito, secondo la nuova denominazione, ha pubblicato i dati relativi ai nuovi iscritti suddivisi per percorsi e regioni. Il dato che emerge immeditamente è la netta preferenza per i licei nelle varie articolazioni (artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico opzione scienze applicate, delle scienze umane opzione economico-sociale) con il 57,1 per cento del totale, seguiti dagli istituti tecnici con il 30,9 per cento e infine dai professionali con solo il 12,1 per cento degli iscritti.
Questi ultimi subiscono un continuo calo segno della disaffezione per questo tipo di scuola che evidentemente non soddisfa le attese degli studenti. Ma una delle particolarità di questi dati è la diminuzione del numero di nuovi iscritti nel liceo classico con un calo al 5,8 per cento rispetto al 6,2 dell’anno precedente. Un dato preoccupante per gli studi umanistici nel Paese, ma che non è casuale.
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Il progressivo smantellamento e impoverimento degli studi classici e umanistici nel sistema formativo italiano sta dando purtroppo i suoi frutti. A questo si uniscono le difficoltà riscontrate nelle Università per la ricerca umanistica sempre più relegata a posizioni marginali o destinata a elite. L’apparente distanza tra cultura umanistica e mondo contemporaneo, in particolare produttivo ed economico, evidentemente allontana gli studenti.
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Anche all’interno dell’attuale governo sembra sorgere qualche preoccupazione per lo stato degli studi umanistici in Italia a cominciare proprio dai licei classici, relegati a scuola per pochi. Il rilancio dell’importanza degli studi umanistici passa dalla scuola, in ogni ordine e grado, ma anche dal resto della società.
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