Cosa cambia per la busta paga a partire dal mese di gennaio, quali novità sono in arrivo per datori di lavoro e in parte per i dipendenti
Con il mese di gennaio sono in arrivo dei cambiamenti nella busta paga dei lavoratori. Ma tale novità coinvolge anche i datori di lavoro che vedranno, insieme ai loro dipendenti, incrementare una serie di oneri a loro carico. Questa notizia è stata confermata dal messaggio numero 316 del 2023 pubblicato nei giorni scorsi dall’Inps su suo sito istituzionale.
Infatti da quest’anno alcuni oneri, che pesano per due terzi sull’impresa e per un terzo sul dipendente sono aumentati. Si tratta di incrementi che riguardano tutti i datori di lavoro, anche quelli con soltanto un dipendente. Vediamo nel dettaglio.
Ad aumentare, con il corrente mese, per iniziare sono le aliquote contributive previste per i datori di lavoro che versano al Fis (Fondo d’Integrazione Salariale) e che hanno almeno un dipendente. Sono i datori di lavoro che non ricadono nel perimetro di messa in pratica né della cassa integrazione guadagni ordinaria, né di quella straordinaria, a patto però che non facciano parte a categorie che hanno stipulato intese per l’avvio di un Fondo di solidarietà bilaterale o di un Fondo di solidarietà bilaterale alternativo.
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Cresce poi la quota che le imprese e i dipendenti, con più di 15 lavoratori, devono pagare per la cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs). Nel primo caso si deve ricordare che dallo scorso anno la cassa integrazione è estesa a tutti i datori di lavoro, anche con un solo dipendente. Ai lavoratori spetta l’assegno di integrazione salariale, versato dai fondi di solidarietà. Se questi mancano, interviene il Fis, cui deve contribuire il datore di lavoro che non partecipa ad altri fondi.
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Il Fis è a carico per i 2/3 dell’azienda e per 1/3 del dipendente. Le nuove aliquote variano tra lo 0,50 per cento e lo 0,8 per cento. A crescere, come accennato, anche la cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) di cui fanno parte anche i datori di lavoro con più di 15 dipendenti. Da gennaio le aliquote tornano alla percentuale dello 0,90 per cento, con 1/3 a carico dei dipendenti, venendo mano l’agevolazione prevista fino allo scorso anno.
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