Cosa cambia per la rivalutazione delle pensioni nel 2023, le novità probabili con la legge di bilancio in approvazione
Con il nuovo anno sarà sicuramente in programma la cosiddetta perequazione delle pensioni in base all’aumento dei prezzi al consumo. La rivalutazione delle misure previdenziali per il prossimo anno sarà del 7,3 % aggiornato sui dati forniti dall’Istat. Un incremento notevole, ma necessario vista l’impennata dell’inflazione in questi ultimi mesi.
Da sottolineare che parte della perequazione, almeno per gli assegni pensionistici di entità minore, è già arrivata sui cedolini in virtù dell’anticipo previsto dal governo Draghi nei mesi scorsi. Fino lo scorso anno i meccanismi di rivalutazione prevedevano 3 fasce di ricalcolo sulla base delle informazioni statistiche. Ma da questo punto di vista vi sono delle novità di rilievo.
Gennaio 2023 cambiamenti per la rivalutazione pensioni 2023
Gli adeguamenti si modificheranno con il crescere delle pensioni, diminuendo in modo significativo per gli assegni più elevati. Per i trattamenti più bassi (ossia fino a 4 volte la pensione minima) la rivalutazione sarà attribuita in maniera completa alla cifra stabilità, cioè al 7,3%. Le fasce introdotte dalle modifiche saranno 6, con adeguamenti a scalare in base all’ammontare dell’assegno. Nel dettaglio:
Leggi anche: Bonus assunzioni 2023, quali sono quelli previsti dalla Legge di Bilancio? I dettagli
- 100% per chi è titolare di una pensione fino a 4 volte il trattamento minimo Inps, ossia pari a circa 2.100 euro, per questa fascia un aumento del +7,3 %;
- 80%, per chi è titolare di una pensione pari o inferiore a 5 volte il minimo, ossia tra 2.100 e 2.625 euro, per questa fascia un aumento del +5,84 %;
- 55%, per chi è titolare di una pensione pari o inferiore a 6 volte il minimo, ossia tra 2.626 e 3.150 euro, per questa fascia un aumento del +4,01 %;
- 50%, per chi è titolare una pensione pari o inferiore a 8 volte il minimo, ossia tra 4.201 e 5.250 euro, per questa fascia un aumento del +3,65 %;
- 40%, per chi è titolare di una pensione pari o inferiore a 10 volte il minimo, ossia tra 4.201 e 5.250 euro, per questa fascia un aumento del +2,92 %;
- 35%, per chi è titolare di una pensione superiore a 10 volte il minimo, ossia oltre a circa 5.251 euro, per questa fascia un aumento del +2,55 %.
Leggi anche: Comune di Avellino, sessantenne si presenta al concorso travestito da Babbo Natale
Quindi ad ottenere la perequazione completa saranno solo le pensioni più basse. Per esempio le pensioni fino a 2100 euro (4 volte il minimo) avranno un aumento di 153 euro. Quelle fino a 3150 euro (6 volte il minimo) avranno un aumento di 126 euro al mese. Quelle oltre i 5350 euro (oltre 10 volte il minimo) gogranno di un aumento di 136 euro al mese.