Il mondo dello Smart working è in continua evoluzione: in particolare, ecco quali sono tutte le novità e i cambiamenti che dovreste sapere.
Ci sono tante novità e soprattutto cambiamenti in vista per quanto riguarda il mondo dello Smart Working: sebbene, infatti, in Italia sembra avere difficoltà a decollare, da molti viene invece descritto come il lavoro del futuro. Ed è proprio per questo che è impossibile non rimanere aggiornati sulle ultime novità che lo riguardano.
La prima volta che lo abbiamo sperimentato per davvero è stato durante il periodo della pandemia da Covid-19: costretti tutti in casa, abbiamo avuto la possibilità di continuare a lavorare grazie a una soluzione che in realtà all’estero è già molto adottata e soprattutto quotidiana, ovvero quella dello Smart Working. Adesso, però, sembra star finalmente prendendo più piede anche in Italia: ecco alcuni cambiamenti che potrebbero interessarci.
Il primo cambiamenti che potrebbe interessare tutti noi a proposito dello Smart Working riguarda la proroga proposta dal decreti Aiuti Bis fino al 31 Dicembre: secondo questa proroga, infatti, tutti i lavoratori “fragili” ma anche tutti i genitori con figli al di sotto dei quattordici anni avrebbero avuto diritto al cosiddetto “lavoro agile”. Ma non finisci qui, perché a essere prorogata fino alla fine dell’anno è anche la possibilità da parte del datore di lavoro di decidere unilateralmente per quanto riguarda il ricorso al cosiddetto lavoro intelligente.
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Per quanto riguarda, però, i genitori con figli al di sotto dei quattordici anni, per poter richiedere la possibilità di passare allo smart working devono essere alcune caratteristiche da rispettare. Tra le condizioni richieste c’è quella riguardante il nucleo familiare: non deve essere, infatti, un altro genitori beneficiario di strumenti che possano sostentare la famiglia, o ancora in condizioni di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa. Invece, per coloro che sono i lavoratori a rischio, possiamo includere tra coloro che beneficiano di questa proroga anche i lavoratori indipendenti, pubblici e privati che vengono considerati maggiormente esposti al rischio di Covid-19 in base all’età o a malattie immunodepressive.
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Non è detto che però le cose potrebbero cambiare: d’altronde con la pandemia le cose sono cambiate e non poco, tanto che i lavoratori in smart working in Italia sono diventati ben 5 milioni dai 500 mila di partenza. Tutto ciò che bisogna fare, innanzitutto, è quindi abituarsi a questo cambiamenti e soprattutto non dare per scontato che sia un qualcosa di sbagliato.
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