Lo sapevi che stanno per tornare i tanto amati voucher per il buono lavoro? Scopriamo insieme quando e a chi saranno destinati.
Non è certo la prima volta che se ne parla, d’altronde già anni fa abbiamo potuto godere di questi cosiddetti voucher per il lavoro. Eppure adesso, a distanza di tempo dall’ultima volta, sembra che potremmo essere in procinto di godere nuovamente di questo benefit tutt’altro che da sottovalutare. Per saperne di più non dovete fare altro che continuare a leggere e scoprirlo insieme a noi de l’Arciere.it.
Era il 2017 quando salutavamo, con nostro grande rammarico, il buono lavoro a causa della decisione presa dal Governo Gentiloni. Una decisione che, all’epoca, non fu certo vista in modo positivo dalla popolazione e che ancora oggi infatti è rimasta nei nostri ricordi. E’ proprio per questo motivo che una delle ultime notizie arrivate proprio dal Governo Meloni appare per noi come un’opportunità ghiottissima e imperdibile. Sembra infatti che potremo tornare a godere dei voucher per il lavoro, ma cerchiamo di scoprire di più.
Ebbene sì, avete capito bene, i tempi stanno cambiando (o forse sarebbe più il caso di dire che stanno tornando) e nell’aria si sente di nuovo parlare dei cosiddetti voucher per i buoni lavoro. Introdotto per la prima volta nel 2003, grazie alla legge Biagi, questi voucher sono stati attivi e sfruttabili dalla popolazione dal 2008 fino al 2017, quando sono stati bruscamente interrotti ed eliminati.
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Pensati sin da subito come una forma di pagamento alternativa per l’accessorio o per prestazioni saltuarie, sembra proprio che nel 2023 torneremo a sentir parlare dei cosiddetti voucher per i buoni lavoro. A prendere la decisione è ovviamente stato il governo Meloni, che ha deciso per l’appunto di ricorrere a questi buoni per alcuni settori specifici. Come ad esempio quello dell’agricoltura, del comparto Horeca, della cura di persona e ancora dei lavori domestici.
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Per chi si chiede quale sarà il suo funzionamento, è previsto che questi voucher buoni lavoro abbiano un valore nominare di circa dieci euro lordi all’ora, per tanto sette euro e cinquanta netti. Per quanto riguarda, invece, il tetto di reddito, questo sarà stabilito fino ai dieci mila annui. L’obiettivo è senz’altro quello di trovare una nuova modalità più efficace per riuscire a regolarizzare il lavoro stagionale.
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